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Il rifugio del Cardinale “diavolo” a un passo dall’EUR

  • Giulia Bellavista
  • 21 mar
  • Tempo di lettura: 2 min



A Castel Romano il Cardinale Giulio Alberoni – definito “il diavolo” dai suoi contemporanei – decise di mettere radici dopo una vita spesa tra potere, accuse e riconciliazioni. “Il cielo vuol Orsini, il diavolo Alberoni” recitava un detto dell’epoca, a sottolineare la sua fama tanto straordinaria quanto controversa.


Nato a Piacenza nel 1664 da umili origini, Giulio Alberoni si ritrovò ben presto al fianco dei grandi del suo tempo. Divenne segretario del Duca di Vendôme, poi primo ministro di Spagna, coinvolto in manovre politiche per restituire agli spagnoli un ruolo centrale in Europa. Ambizioso e spregiudicato, arrivò a influenzare i destini di interi regni, finché non incappò nelle ire del Papa, che lo accusò di “scostumatezza e soprusi ecclesiastici”.


Il processo contro di lui si trascinò a lungo, ma quando Innocenzo XIII salì al soglio pontificio, la situazione si risolse e Alberoni fu assolto. Pur scagionato, preferì ritirarsi a Castel Romano, appena fuori Roma, lungo la via Pontina. Un territorio che allora era tutto fango e solitudine, e che oggi conosciamo per ben altri motivi.


A Castel Romano, Alberoni trovò un insediamento rurale che comprendeva un fortilizio di epoca medievale, chiesette, casali e pozzi, immersi in un paesaggio ancora intatto. Qui il Cardinale si dedicò alla sistemazione di terreni e strutture, trasformando quel piccolo feudo in una sorta di rifugio, lontano dalle tensioni politiche e dai clamori delle corti europee.


Sebbene fosse considerato da molti un personaggio scomodo, Alberoni riuscì a mantenere titoli e benefici ecclesiastici. Eppure, la scelta di stabilirsi a Castel Romano fu per lui l’inizio di una nuova fase, più riservata e pacifica.


Morì in età avanzata, dopo aver oltrepassato la soglia degli ottant’anni, lasciando un ricordo fatto di grandi ambizioni e profonde contraddizioni. Oggi, passeggiando nei dintorni di Castel Romano, potremmo ancora immaginare la sagoma del “Cardinale diavolo” che scruta l’orizzonte dal suo fortilizio medievale, a un passo dall’EUR, in un’area che un tempo era solo campagna e mistero.



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