EUR: nel 1957 nasceva il Fungo che guardava al futuro
- Giulia Bellavista
- 7 mag
- Tempo di lettura: 2 min
EUR: nel 1957 nasceva il Fungo che guardava al futuro
Passeggiando all’EUR è impossibile non restarne folgorati.
Guardi in alto e ti ritrovi davanti a una forma che sembra atterrata da un altro pianeta, un’astronave in cemento bianco sospesa su una sottile colonna. È proprio lui, “il Fungo”: connubio di ingegneria e creatività.
Costruito nel 1957 su progetto dell’ingegnere Gaetano Rebecchini, questo serbatoio d’acqua alto circa 50 metri poteva immagazzinare fino a 800.000 litri.
Nasce per mantenere la pressione costante dell’acquedotto dell’EUR, un’opera funzionale ma trasformata in scultura urbana fin da subito. Un perfetto esempio di come l’ingegneria possa diventare arte.
Il quartiere dell’EUR è un laboratorio di architettura razionalista: linee pulite, ampi spazi e materiali luminosi. Il Fungo si inserisce in questo contesto come un punto di rottura, un elemento sorprendente che rompe la simmetria e stimola domande e fantasie.
In tanti lo paragonano a un’astronave aliena o a un missile sovietico, mentre altri vedono in lui un’opera d’arte concettuale ante-litteram. Il bello è che non esistono risposte definitive: ogni sguardo ne crea una nuova interpretazione.
Curiosità sul fungo
1. Il Fungo è visibile da molte zone alte di Roma, come il Gianicolo o Monte Mario.
2. Durante i temporali, la sua altezza lo rende soggetto a scariche elettriche: per questo è dotato di un sistema di parafulmini tra i più sofisticati dell’epoca.
3. Negli anni ’60 e ’70 il Fungo era protagonista di cartoline e gadget: un vero simbolo di modernità e progresso nel cuore di Roma
4. È inserito tra i “complessi di rilevante interesse architettonico e urbano” protetti dalla Sovrintendenza Capitolina, a testimonianza del suo valore storico e architettonico.
Il Fungo dell’EUR è un simbolo di creatività urbana, un promemoria che tra funzionalità e bellezza la linea è sottile. La prossima volta che passi, alza gli occhi e lasciati sorprendere ancora una volta.
Comments